SEO, le pratiche vincenti nel 2020 e quelle ormai obsolete
Parlare di Best e Worst Practice SEO ha certamente, oggi, una rilevanza particolare, dal momento che Google negli ultimi tempi si è reso protagonista di cambiamenti piuttosto importanti.
Le pratiche “Worst” nell’attività di Link Building
L’elenco di pratiche “Worst”, che ancora oggi molti webmaster dalla scarsa professionalità continuano ad adottare, è decisamente vasto, a cominciare dalle attività di Link Building: è proprio in questo ambito che si sono registrati, negli ultimi tempi, i cambiamenti di Google più rilevanti.
Gli esperti SEO sanno bene che i backlink possono offrire dei vantaggi a livello SEO, ma ostinarsi in una ricerva massiva di link in entrata di ogni tipo non può essere considerata affatto una buona strategia.
Google, infatti, non ama affatto le sovraottimizzazioni, di conseguenza se in passato poteva essere possibile migliorare il posizionamento di un sito Internet puntando sulla quantità, oggi è assolutamente preferibile scegliere un numero ristretto di backlink accuratamente selezionati per qualità e per tematicità.
Per la medesima ragione, inoltre, tra le Worst Practice SEO rientrano assolutamente anche le attività di scambio ed acquisto link e tutte le analoghe “scorciatoie”.
I contenuti: sempre più cruciali
Se si parla di Best e Worst Practice SEO è necessario fare riferimento anche ai contenuti testuali di un sito web: la frase “Content is the king”, estremamente diffusa nel mondo del Web Marketing, oggi ha davvero ben poco di retorico.
Google, infatti, è sempre più rigido nel valutare i contenuti testuali di un sito web, e non esita assolutamente a penalizzare sul piano SEO quei siti che presentano testi copiati, di scarsa qualità, ridondanti o sovraottimizzati, dunque ad esempio con una presenza eccessiva ed innaturale di parole chiave.
Anche per quanto riguarda la lunghezza dei testi, Google ha modificato in modo consistente i propri criteri di valutazione: mentre in passato un testo poteva rivelarsi ottimo pur avendo una lunghezza contenuta, ad esempio di appena 200 parole, oggi è ampiamente preferibile che sia molto più lungo, oltre che opportunamente formattato.
Best Practice SEO: scegliere una struttura Responsive
Negli ultimi tempi, come noto, il numero di navigazioni provenienti da dispositivi Mobile è cresciuto in modo notevole, di conseguenza Google ha scelto di valorizzare tutti i siti web che presentano una struttura di tipo Responsive, dunque idonea per rendere agevoli e qualitative le navigazioni da cellulare o da tablet.
Se si parla di Best e Worst Practice SEO, dunque, non si può non sottolineare l’importanza di strutturare il sito di interesse in tale ottica; più che un suggerimento, in realtà, questo è un imperativo, dal momento che Google ha già dimostrato massima fermezza nei confronti dei siti in tal senso obsoleti, operando numerose penalizzazioni.
Quelli elencati, ovviamente, sono soltanto alcuni dei principali aspetti inerenti le odierne Best e Worst Practice SEO; affidandosi ad una SEO agency specializzata, ovviamente, i professionisti sapranno operare in modo mirato garantendo un ottimo posizionamento in Google a siti di qualsiasi tipologia, dal sito aziendale classico all’e-commerce.