Direttiva europea sulle case green: cosa prevede
Il Parlamento Europeo ha recentemente approvato una nuova direttiva, conosciuta come la “direttiva case green“, un passo avanti significativo verso la riduzione delle emissioni di CO2 e del consumo energetico degli edifici entro il 2030.
L’obiettivo finale è raggiungere la neutralità climatica entro il 2050, un traguardo ambizioso che richiede un impegno concreto e coordinato a tutti i livelli, sia nazionali che europei.
La direttiva europea sulle case green rappresenta un importante passo avanti nella promozione di pratiche edilizie sostenibili e rispettose dell’ambiente. Questa normativa, volta a incentivare la costruzione di edifici a basso impatto ambientale, pone l’attenzione sul settore privato, stabilendo precise regole e standard da rispettare.
Analogamente a quanto accade per le opere edilizie pubbliche, in cui però subentrano aspetti normativi particolari (al riguardo suggeriamo questa introduzione alle categorie SOA del sito soasemplice.it per approfondire uno dei principali), le imprese private sono tenute a conformarsi a criteri ben definiti che mirano a ridurre l’impatto ambientale degli edifici, promuovendo l’efficienza energetica, l’uso di fonti rinnovabili e la riduzione delle emissioni di gas serra.
Questo approccio regolatorio mira a garantire una transizione verso un’economia più sostenibile e a promuovere un’edilizia responsabile e rispettosa dell’ambiente. Vediamo nel dettaglio quali sono le caratteristiche di questa nuova direttiva.
Requisiti minimi di prestazione energetica
Secondo la direttiva, ogni Stato membro deve stabilire requisiti minimi di prestazione energetica per gli edifici. Per i nuovi edifici, è richiesto che siano costruiti per essere almeno a energia quasi zero entro il 2028, e successivamente a emissioni zero.
Gli edifici esistenti che subiscono ristrutturazioni significative dovranno aderire a standard comparabili, garantendo che anche il patrimonio edilizio più vecchio contribuisca efficacemente alla riduzione delle emissioni di gas serra.
Piani nazionali di ristrutturazione
La direttiva impone a ogni paese membro la redazione di un piano nazionale per la ristrutturazione degli edifici, con l’obiettivo di facilitare l’efficientamento energetico. Questi piani dovrebbero includere l’accesso a finanziamenti personalizzati, incentivi per chi intraprende ristrutturazioni significative, e sovvenzioni specifiche per le famiglie più vulnerabili. Inoltre, è essenziale l’istituzione di punti informativi gratuiti che aiutino i cittadini a comprendere e navigare le nuove normative e l’accesso ai fondi disponibili.
La situazione in Italia
L’Italia si trova di fronte a una sfida notevole: più del 74% delle abitazioni nel paese sono classificate in categorie energetiche inferiori alla D. Molte di queste strutture sono state edificate prima dell’introduzione di normative energetiche efficaci, evidenziando la necessità urgente di ampie ristrutturazioni. Per conformarsi ai nuovi standard richiesti dalla direttiva, si stima che milioni di edifici debbano essere ristrutturati entro il 2033.
Innovazioni e strumenti digitali
Una delle innovazioni più significative introdotte dalla direttiva è il “passaporto di ristrutturazione”. Questo documento digitale, redatto da esperti qualificati, funge da guida dettagliata per i proprietari di immobili nel processo di ristrutturazione.
Nello specifico definisce quali sono le fasi del progetto e i benefici attesi in termini di risparmio energetico, riduzione delle spese operative e delle emissioni di gas serra.
Per supportare l’aggiornamento e la gestione dei passaporti di ristrutturazione, la direttiva prevede la creazione di un sistema digitale dedicato.
Gli Stati membri avranno la possibilità di sviluppare strumenti complementari per facilitare la simulazione e l’aggiornamento dei passaporti, rendendo il processo più accessibile e meno oneroso.
La Direttiva Europea sulle case green rappresenta un esempio chiaro dell’impegno dell’Unione Europea nel combattere il cambiamento climatico attraverso misure concrete e incisive.
Gli Stati membri sono ora chiamati non solo a implementare queste direttive, ma a farlo in modo che porti benefici tangibili per tutti i cittadini, contribuendo significativamente alla riduzione delle emissioni e migliorando la qualità della vita di tutti i cittadini europei mediante anche un corretto efficientamento energetico degli edifici.