Corsi di laurea scientifico-tecnologici: quali sono i più gettonati in Italia?
I corsi di laurea scientifico-tecnologici, spesso raggruppati sotto l’acronimo STEM, sono sempre più popolari in Italia. Ecco quali sono i migliori per ottenere una formazione completa e accedere in maniera rapida e ottimale al mondo del lavoro
Quando l’acronimo STEM (Science, Technology, Engineering, Mathematics) fu coniato negli Stati Uniti nel 2001 si poneva un problema. Tali facoltà erano poco frequentate da studenti e studentesse, tanto da creare un vero e proprio scompenso nella bilancia occupazionale. A oltre vent’anni di distanza le cose sono cambiate: c’è una migliore suddivisione degli studenti tra le diverse facoltà.
Ecco perché i corsi di laurea nei settori scientifico-tecnologici riscuotono sempre più consenso in Italia. Sia le università tradizionali che le università online offrono numerosi corsi per approfondire discipline tecniche e inserirsi al meglio nel mondo del lavoro. I dati raccolti dalle istituzioni sono dunque incoraggianti: seppur in maniera lenta si sta anche colmando il gap di genere fra iscritti e iscritte alle facoltà scientifiche.
Quali sono le “lauree del futuro”?
Ad oggi l’intelligenza artificiale è sempre più preponderante nella società e nelle catene produttive. Questa è la ragione per cui spesso si aggiunge la R di Robotics all’acronimo STEM. Secondo il rapporto Unioncamere e Anpal sui lavori del futuro saranno richiesti sempre più professionisti nelle seguenti aree: Economico-Statistico; Giuridico-Politico; Medico-Sanitario; Ingegneria.
Si tratta di profili che possono concretamente contribuire a implementare la transizione digitale e ambientale nel mondo lavorativo italiano, in altre parole uomini e donne che possano finalmente aprire le porte alla cosiddetta “Industria 4.0”. Le filiere più inclini a questo nuovo tipo di preparazione universitaria sono certamente Salute e Benessere, Meccatronica e Robotica, Mobilità, Logistica ed Energia.
Sempre più predilette l’interdisciplinarietà e le soft skills
Oltre alle necessità e alle richieste delle imprese, a cambiare è anche il modo di fare università. I nuovi corsi di laurea si discostano sempre più dal canone tradizionale della didattica “a comparti stagni”. Oggi è sempre più richiesta interdisciplinarità, incontro fra corsi di laurea diversi, flessibilità intellettuale. Immatricolarsi presso il corso giusto ha quindi oggi un valore maggiore rispetto al passato.
Chi si affaccia al mondo universitario dovrebbe quindi puntare verso un corso di laurea innovativo, che offra una formazione a 360 gradi, e abbia in programma un certo numero di corsi in inglese, in modo da poter puntare da subito a mobilità universitaria e internazionalizzazione. In questa direzione punta anche il PNRR: sempre più borse di studio e di dottorato sono totalmente incentrate alla digitalizzazione, alla sostenibilità ambientale e alle tecnologie del futuro.
Ruolo importante è ricoperto anche dalle soft skills, ovvero quella serie di competenze che permette al neolaureato di inserirsi al meglio nel mondo del lavoro. Capacità di lavorare in team, padronanza degli strumenti tecnologici, predisposizione alla formazione continua: si tratta di caratteristiche sempre più ricercate negli annunci di lavoro. A queste nuove esigenze l’università, sia essa tradizionale o telematica, sta già dando una risposta. Bisognerà semplicemente continuare a lavorare in tale direzione e osservare le ricadute positive.