Calcio e innovazione: i club italiani guardano al futuro

In questi ultimi cinque anni il calcio si è profondamente trasformato. L’arrivo delle nuove tecnologie, sia in campo che fuori, la globalizzazione dei brand e della comunicazione, l’avvento e la diffusione sempre più capillare dei social network hanno imposto ai club di rivedere i propri meccanismi più consolidati e di reinventarsi alla luce della nuova situazione. E in Italia c’è chi c’è riuscito meglio e più in fretta di altri.

A guidare la spinta innovativa è stata la società che più di ogni altra ha impresso il proprio marchio sull’ultimo decennio di Serie A, ovvero la Juventus. E proprio la società guidata da Andrea Agnelli si è fatta interprete del passaggio epocale da un calcio inteso solo come entertainment sportivo alla Experience Football Company, ovvero una nuova era che unisce innovazione aziendale, tecnologica e comunicativa.

Strategie aziendali vincenti, quelle della Vecchia Signora, che hanno portato a risultati sportivi sotto gli occhi di tutti, con i bianconeri favoriti ogni anno nelle analisi di operatori esperti come SNAI per la vittoria del campionato e tra le squadre più accreditate per il successo in Champions League.

Anche i numeri extra-campo indicano la bontà della strada intrapresa. Basti pensare che dieci anni fa il club aveva una capitalizzazione in borsa di 162 milioni di euro. Oggi quella cifra è salita a un miliardo e 500 milioni di euro e il fatturato annuale ha sfondato la soglia dei 500 milioni. Numeri da top ten dei club europei.

Una strada di successo che è decisa a intraprendere anche la nuova Inter targata Zhang, rivale sempre più accreditata dei bianconeri sia in campo che fuori. Per capire gli obiettivi della squadra rilevata dal Suning Group a giungo 2016, è interessante rileggere alcuni passaggi della lettera scritta agli azionisti dal Presidente Steven Zhang lo scorso ottobre. Tra i punti più interessanti la consapevolezza che “I club europei sono diventate moderne entertainment-companies, con risonanza su scala globale” e l’attenzione sempre maggiore posta sulla brand-awareness per la ricerca di nuovi fan e partner commerciali. Una consapevolezza che ha portato a una profonda innovazione nella struttura del club, oggi divisa in due aree: la Corporate Area, guidata dal CEO Corporate Alessandro Antonello e l’Area Sport, condotta dal CEO Sport Giuseppe Marotta.

Tra le squadre italiane c’è anche chi ha ottenuto un riconoscimento internazionale per le sue strategie aziendali. È il caso della Roma che è stata inserita nella lista delle aziende più innovative al mondo dalla rivista statunitense Fast Company per il 2020. Un premio arrivato grazie all’innovativo utilizzo dai social media da parte del club e all’impegno profuso nella ricerca dei persone scomparse. Con l’aiuto e la partnership di decine di associazioni di beneficenza di tutto il mondo, infatti, la società giallorossa ha dato spazio alle immagini di oltre 100 persone scomparse negli annunci dedicati ai nuovi acquisti del club sui social media. Video diventati virali grazie alla condivisione dei tifosi e che, oltre ad aver ottenuto circa 10 milioni di visualizzazioni, sono risultati fondamentali nel ritrovamento di sei di quei 100 persone.

Un premio davvero prestigioso, quello consegnato ai Capitolini, e che assume ancora più valore se pensiamo che nella classifica di Fast Company c’è soltanto un altro club sportivo, i St Louis Blues di hockey e che la Roma è in compagnia di brand del calibro di Microsoft, Apple, Tesla, DAZN e Bleacher Report.

Nel 2017 l’Udinese ha deciso di rinnovarsi grazie alla tecnologia. Sentita l’esigenza di migliorare la gestione dei rapporti con i fan e con le aziende sponsor a supporto del business, la società dei Pozzo si è affidata a Microsoft e in collaborazione con beanTech ha iniziato ad utilizzare Microsoft Dynamics 365, innovativa piattaforma cloud che ha permesso di integrare in un unico database le informazioni su oltre 30mila tifosi, partner commerciali e sportivi. Una scelta fondamentale per organizzare e pianificare campagne di marketing personalizzate e per creare un rapporto declinato sulle esigenze di ogni singolo referente.

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