Aprire la Partita IVA nel 2020: quali sono le categorie di professionisti a cui conviene maggiormente?
Sono sempre di più le persone che decidono di mettersi in proprio. Per aprire la partita IVA nel 2020 è però importante conoscere tutte le informazioni di base e le novità. Cosa è cambiato? A chi conviene di più? Quali sono le spese da sostenere? Vediamo insieme tutto quello che c’è da sapere, comprese le novità in arrivo.
Le categorie di professionisti a cui conviene di più la partita IVA
Possono aprire la partita IVA 2020 tutti coloro che svolgono attività in forma autonoma, come liberi professionisti o imprese di beni o servizi. Non hanno l’obbligo di aprire Partita IVA i soggetti che, pur titolari di reddito d’impresa, non superino il reddito annuale di 5.000 euro.
Ciò detto, per quali categorie è consigliata la partita IVA? Quando si parla di liberi professionisti si intendono quelle persone che esercitano una professione di natura prevalentemente intellettuale, spesso collegata all’iscrizione a un albo specifico, anche se non è obbligatorio. Di solito si tratta di professioni che potrebbero essere svolte anche come lavoro dipendente, ma che invece si svolgono in piena autonomia.
Le figure più ricorrenti sono quelle di architetti, geometri, consulenti, giornalisti, programmatori, graphic designer e tutte quelle professioni collegate a internet. Con il cambiamento del mondo del lavoro, oggi più che mai i possessori di partita IVA sono anche legati al mondo sanitario, come dentisti, medici e fisioterapisti. Di solito si tratta di professioni che potrebbero essere svolte come lavoro dipendente, ma che invece si svolgono in piena autonomia, magari per diversi studi medici.
Partita IVA ordinaria o agevolata?
La prima scelta fondamentale per l’apertura della partita IVA 2020 riguarda la scelta del tipo di regime da adottare. Ce ne sono due: quello ordinario e il forfettario. Quest’ultimo è agevolato rispetto all’altro e prevede un’imposta sui redditi molto più conveniente. In più, le fatture sono emesse senza IVA e devono essere provviste di marca da bollo, se superiori a una cifra minima, e non si scaricano i costi perché viene considerato già un forfettario in base alla professione.
Va detto che, dal 2020, sembra che l’entrata nel regime agevolato sia bloccata per chi già percepisce un reddito da lavoro dipendente o da pensione maggiore di 30.000 euro lordi all’anno. Un altro cambiamento riguarderebbe chi ha sostenuto spese per più di 20.000 euro per dipendenti e collaboratori: in questo caso si dovrà passare al regime ordinario.
Cosa cambia per la partita IVA 2020?
C’è stato un lungo tira e molla, soprattutto per i liberi professionisti con partita IVA agevolata, ma ormai sembra essere certo: il regime forfettario non dovrebbe cambiare. Per chi non ne ha mai sentito parlare, si tratta di un regime agevolato con il tetto massimo di 65.000 euro di fatturato, l’imposta unica al 5% per i primi cinque anni e poi al 15%.
Sembra proprio che non ci sarà l’obbligo di apertura di un conto corrente dedicato per i professionisti con partita IVA agevolata, come paventato prima della manovra. Avrebbe consentito di velocizzare gli eventuali controlli, causando però un’ulteriore spesa da sostenere.
Non ci sono vincoli d’età, come accadeva per il regime dei minimi (che non esiste più), e viene applicata una percentuale forfettaria di spese che varia in base al codice ATECO assegnato al momento di apertura della partita IVA. Sono tantissime le categorie professionali previste, ma alcune in particolare sono sempre più numerose, come quelle collegate al mondo del web.
Chi vuole aprire la partita IVA nel 2020 deve valutare con attenzione le spese che potrebbe o non potrebbe scaricare. Dato che nel regime forfettario non si possono detrarre tutte le spese, ma soltanto una quota fissa, per alcuni potrebbe essere preferibile il regime ordinario.
Se si svolgono due professioni diverse, è possibile specificarlo al momento dell’apertura della partita IVA per ricevere due codici ATECO distinti. Ad esempio, può trattarsi di un giornalista che svolge anche l’attività di insegnante.
I passi per aprire la partita IVA 2020
Per aprire una partita IVA bisogna presentare richiesta all’Agenzia delle Entrate, che provvederà ad attribuire al richiedente il codice di 11 cifre utile per identificare il soggetto richiedente. Si tratta di un’operazione semplicissima e gratuita, ma che conviene sempre affidare a un commercialista esperto e di fiducia, che possa seguirvi durante tutto il percorso.
E la fattura elettronica?
Per la partita IVA 2020 con regime forfettario non dovrebbe esserci l’obbligo di fatturazione elettronica, come per le partite IVA ordinarie.
Conclusioni
Sono tante le informazioni da conoscere e le regole da rispettare per aprire la partita IVA nel 2020, soprattutto per chi non ha mai lavorato in proprio. Per evitare di commettere errori consigliamo quindi di affidarsi a specialisti in materia fiscale. Prima di scegliere il commercialista giusto, meglio esplorare il mercato e valutare quale possa essere lo studio più indicato per le proprie necessità. Importante: chiedere diversi preventivi è cruciale per decidere al meglio e affrontare correttamente l’apertura della partita IVA 2020.
Per ulteriori informazioni, vi consigliamo di guardare la guida fornita dal Servizio Contabile Italiano a proposito dell’apertura di una Partita IVA; sul loro sito troverete diversi scenari che potrebbero fare al caso vostro.